• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

lunedì 18 gennaio 2010

Perù, Mancora




La prima tappa del Perù è stata Mancora, città molto turistica, niente di speciale, la spiaggia era abitata da strani insetti che mi s’impigliavano nei capelli e ci rimanevano contro la mia volontà, questi insetti avevano anche il gusto di pungere…me ne sono accorta dopo una serata in un barettino sulla spiaggia in compagnia dei comaschi, di un’argentina e di un brasiliano molto logorroico.
Il cibo peruviano è di sicuro più vario di quello ecuadoriano,
qui c’e la Papas rellena, buonissima patata ripiena di pollo, olive, uova e il Churro, frittellona ripiena di dulce de leche o crema di arachidi..una bontà.
In Perù ascoltano meno musica , suonano più il flauto… già prima di arrivare, mi immaginavo i Peruani che con il flauto per strada suonavano Titanic..un incubo..invece no..non ancora.
Mancora potrebbe sembrare simile a Montanita, ma essendo più grande e con meno gente locale è senza fascino.

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