• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

domenica 31 ottobre 2010

San Cristobal

Ed eccomi a San Cristobal de la Casas, nel Chiapas, terra di combattenti e di comunità orgogliose delle proprie radici che rivendicano la loro indipendenza. Durante il periodo delle piogge nel Chiapas piove! Senza fermarsi! E cosi l’umida ma bella San Cristobal mi ha accolto. Città rilassata e rilassante festosa e perfetta per far festa. La popolazione è divisa tra i locali che si fanno i fatti propri, i locali che s’integrano con i turisti, i turisti che si credono locali e i turisti che ormai turisti non sono più. Tripudio di francesi biondo rasta che si credono zingari dei Balcani, in Italia la maggior parte delle persone che vivono in San Cristobal sarebbero chiamati fricchettoni o sballoni, qui loro si definiscono alternativi Radical Chic e ovviamente artisti di strada. Qui ho iniziato a lavorare, non un solo lavoro ma ben tre, uno in un ostello in cambio di vitto e alloggio e paga che non è male, l’altro in un bar cinema, paga, cine gratis e cena e se non bastasse mi son anche spacciata per professoressa d’italiano, corsi d’italiano a go gò, e il tutto per la grande paga di 150 euro in totale. WTF! L’ostello dove lavoro oltre che essere bello in sè è anche circondato da bella gente, gli ospiti ormai fanno parte del personale, si cena e si esce insieme. Per il mio compleanno persone appena conosciute hanno organizzato una festa fantastica ho persino ricevuto dei regali! Ho festeggiato anche il mio anno di viaggio, devo dire con mia grande sorpresa, un anno fa mai avrei pensato al viaggio qual è stato. È stata un’ottima annata, un anno pieno, un anno speciale, vediamo di fare anche del prossimo un anno speciale, qualcuno ha scritto che non bisogna per forza fare il giro del mondo, però il giro del mondo aiuta, oppure aiuta incontrare gente diversa, o semplicemente avere un altro rapporto con la vita, con chi ti sta attorno e con il luogo in qui si vive.
Good things in life aren’t things

giovedì 7 ottobre 2010

trittico del nord

In Messico nessuno ha idea di dove vive, di dove lavora, ma mi domando, qui nessuno si fa i cazzi degli altri?
Io in ogni luogo dove lavoravo sapevo tutto, dove era la banca, che strada fare, quante volte le ragazze dell’ufficio accanto andavano in bagno..qui no, pare che nessuno sappia nulla, vivono ignorando.
Piccolo Tour per il nord, grande delusione di Guadalajara, non andateci se non dovete, a meno che non siate anche voi ospiti in una villa enorme o capitate nel mercatino artigianale della domenica con gruppi delle varie etnie che si cimentano in balli surreali folklorici ( tipo danza della pioggia insomma).
Mazatlan cittadina sul mare, bruttina, dove tutto è messicano, chi ti fa i massaggi o i tatuaggi in spiaggia, i venditori ambulati e i turisti e cosa buffa, per la spiaggia girano musicisti composti da piccole orchestrine con contrabbasso e fisarmonica..ingombranti sotto il sol leone no? Imparare uno di quei flauti peruviani non sarebbe più pratico? Fufuufufufufufuuu (Titanic). Però nella mia gita verso nord ho ritrovato la Vernazza (5 terre) messicana senza scale e senza mare, Guanajuato. Bella tutta colorata, città natale di Cervantes, non ho avuto il coraggio di comunicagli che è spagnolo, ci sono statue ovunque, persino del Don Chisciotte e Sancho, hanno persino un festival in suo onore. Qui dopo tanto sono stata in un ostello, alla fine l’ostello mi piace, puoi rubare gli Shampoo , scherzo, si può usufruire di ciò che qualcuno lascia alla portata di tutti, cibo compreso, beh se uno non mette il nome diventa uso comune. Io metto il nome su tutto e se mi sparisce il cibo divento una belva!
Ho mangiato per tutta la cittadina i Tamalas, mi son sempre piaciuti, dalla prima volta che li ho assaggiati in Guatemala, dopo averli eletti cibo preferito in Bolivia , beh si , li non c’era molta scelta e anche qui in messico, ogni popolo dice che c’e una ricetta segreta e che è unica del proprio stato.
Tutti i Tamales del mondo sono uguali!
Il Viaggiatore viaggia solo, non lo fa per tornare contento, lui viaggia perchè di mestiere a scelto il mestiere di vento.