• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

*

*
“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

giovedì 25 febbraio 2010

Bolivia




Bolivia, Il Lago Titicaca
Lo scenario che è apparso hai miei occhi durante il tragitto tra il Perù e la Bolivia, è fin ora uno dei migliori. Il lago Titicaca è un mare a 3600 metri, contornato da cime innevate, ad anche a me, che non sono molto amante della natura, devo dire che ha colpito molto.
Viaggiando senza Guida, solitamente chiedo consiglio ai viaggiatori che incontro per strada…prendendo sempre un po’ con le pinze quello che mi dicono, mi è capitato di andare a visitare posti, suggeriti perché descritti come delle cose imperdibili…e rendendomi conto che queste persone molto probabilmente vivono in posti bruttissimi, forse essendo nata in Italia e avendo l’Europa a portata di mano, mi offre un livello abbastanza alto di bellezze naturali. Comunque, su suggerimento di alcuni viaggiatori argentini, scesa a Copacabana sono salita subito sul traghetto per Isla del Sol, zona sud. Appena attraccata, mi son resa subito conto della difficoltà, per arrivare in cima a 4000 metri c’era una scalinata Inca quindi un po’ imperfetta da fare! E devo dire che lo zaino non mi ha certo facilitato la salita! Il piccolo villaggio in cima alla vetta era composto da una decina di case che facevano sia da ostelli sia da ristoranti, gli abitanti del luogo sono coltivatori, e la sera e la mattina si potevano vedere donne con asini colmi di Quinoa, il cereale locale, e gli uomini con altre erbe caricate sulle spalle e alcuni Lama sparsi qua e la.
Dopo molto tempo son riuscita ad ascoltare il silenzio.

Con alcune argentine con le quali dividevo la stanza nell’isola, mi son fermata a Copacabana giusto in tempo per la festa del paese, della Virgen de la Candelaria,
parata carnevalesca con maschere tipiche della zona, la particolarità è che durante e soprattutto dopo, è usanza tra i partecipanti bere senza ritegno, lo spettacolo era molto esilarante, si vedevano queste donne in abiti sfarzosi danzare completamente ubriache!!
Già entrata in Bolivia ho avuto subito una buona impressione sulla gente, molto più amabile e disponibile, più legata alle tradizioni, lo si vedeva, infatti, dalla presenza di Chiolite, donne chiamate cosi’ per gli abiti tradizionali, bombetta, lunghe trecce e strati di gonne dai colori improponibili.
I Boliviani non amano bere…ma ubriacarsi fino allo stordimento, per questo motivo gli autobus nei giorni di festa erano pochissimi per mancanza di autisti, per prendere il bus per La Paz, è stata una lotta all’ultimo sedile, vendevano i posti a sedere a chi pagava di più…oppure a gomitate…ed io l’ho conquistato con la forza!

Nessun commento:

Posta un commento