• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

giovedì 11 marzo 2010

Uyuni





Uyuni
Tutti quelli che ho incontrato fin ora mi han parlato del salar dello Uyuni come una cosa spettacolare, anche i miei contatti Facebook alla parola Uyuni, son piovute esaltazioni da ogni parte del mondo e in ogni lingua, a proposito ho iniziato a leggere il mio primo libro in lingua spagnola, regalo di Gorka il basco, lo leggo piano ma lo leggo, a volte rileggo tre volte la frase ma lo leggo, sono all’inizio, son sicura che tra un paio di capitoli lo leggerò più rapidamente, e a volte non è male leggere piano, si legge tutto, a volte per la smania di finire si saltano alcune parole. Il Salar dello Uyuni mi ha visto arrivare con un’aspettativa molto alta. Arrivata alla sera tardi alla cittadina insignificante di Uyuni, il mattino seguente ho subito riservato un tour di tre giorni e dopo poche ore era già sulla jeep, con alla guida Faustino, boliviano ventottenne con l’aspetto da quarantenne, Jan gay olandese cinquantenne molto simpatico in viaggio da due anni, una cinquantenne olandesona che personalmente m’irritava qualsiasi cosa dicesse, non mi riesce molto bene fingere, se uno non mi piace, lo capisce, e tre ventenni molto girly, due inglesi e una kiwi. Io son stata eletta traduttrice del gruppo.
Il Salar dello Uyuni è fantastico, un lago si sale immenso, una distesa bianca che si confonde con il cielo. Essendo periodo di piogge uno strato di pochi centimetri d’acqua ricopriva il tutto, oltre al salar, si è visitato il cimitero dei treni (vecchi treni a vapore arrugginiti) e per raggiungere la zona a sud a confine con il Cile, alcune lagune, ed essendo tutto il territorio ricco di minerali oltre alle montagne vulcani colorati, anche l’acqua lagunare lo era, azzurra per la presenza dell’arsenico, gialla e puzzolente per lo zolfo e rosa per un batterio, queste erano abitate da moltissimi pellicani..tranne quella azzurra ovviamente.
Il tour è durato tre giorni e l’ultima tappa è stata ai Geyser a 4900 Mt, crateri fumanti e alcuni puzzolenti di lava o acqua bollenti. Tre giorni stancanti, i posti dove si alloggiava erano molto BASIC!

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