• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

giovedì 25 marzo 2010

Cafayate

Il paesaggio tra Salta e Cafayate dicono che sia uno di più belli, e cosi è.
Cafayate è un paesello molto carino, io preferisco i paesi alle città, e anche questo, come in quasi tutto il sud America, è formato da una piazza principale con parco, statua/fontana nel centro e circondato da bar e ristoranti.
Qui ho incontrato le ragazze Cs che erano state ospiti con me da Lizzie a Cochabamba, la ragazza francese Elise e l’Uruguya Graziela.Sto incontrando parecchi francesi e devo dire simpatici, la maggior parte di quelli che ho incontrato erano non molto “francesi”, sarà che la tipologia Mochillero e Couchsurfer fà un popolo con delle caratteristiche a se, ma devo dire che gli oltralpe incontrati mi han sorpreso, come del resto alcuni Statunitensi, non tutti, alcuni rimango chiusi nel loro, USA caput mundi, però qui gioca la quantità, sono tanti e quindi molte mele marce, ma in percentuale potrebbero essere paragonati agli italiani. La tipologia è la stessa da una parte gli “Americans” che vanno in Messico, Costarica e dall’altra gli italiani “ bene”che vanno ogni anno a Ibiza o solo in villaggi turistici, la differenza è fatta da chi va a visitare non solo come turista ma anche come viaggiatore, io modestia a parte mi considero viaggiatrice. E scusate se è poco.
Il territorio cafayateńo è terra di vigneti e da quella che non vuole rinunciare agli usi locali, sono andata a visitare delle cantine, qui chiamate Bodege. La zona è ricca di rovine e cascate nascoste all’interno di gole, il percorso per raggiungere i posti è di circa due ore, e per non smentire la mia fama di scalatrice, mi son fermata dopo venti minuti alla prima piscina naturale. L’acqua non era fredda.. ghiacciata! E il tutto era rallegrato dalla presenza di caprette che pascolavano. Il parco era all’interno della comunità Quilmes, antica popolazione che viveva al nord prima di essere estinta dai conquistatori. La storia racconta che gli Spagnoli portarono a forza 3000 indigeni Quilmas da Cafayate a Buenos Aires, il cammino durò mesi e nella capitale arrivarono solo in 300, molti morirono, la maggior parte si uccise, e anche le donne gravide si tolsero la vita per non far nascere i figli come schiavi, o liberi o nulla…io gli avrei dato una possibilità, non si sa mai. Anche in Messico, quando fui a visitare il canyon nel Chiapas, ricordo che mi dissero che migliaia di indigeni si gettarono nella gola per sfuggire alla tirannia nei Maya. Il gene della libertà si è tramandato in generazioni.
La siesta dura circa cinque ore, non male come tempo di digestione, in compenso i negozi rimangono aperti sino alle ventidue, e poiché l’orario della cena e pressappoco lo stesso, non fa una piega con l’orario italiano. Ovviamente si alzano tardi, è molto maleducato chiamare qualcuno alle otto della mattina. Quest’usanza devo dire che non mi dispiace. E anche qua ho scoperto che i testimoni di Geova, vanno predicando la domenica mattina presto.
http://www.youtube.com/watch?v=87kcHA5veg0&feature=fvst

2 commenti:

  1. ciao!!veri adesso ho imparato!!quanto vino!!bevi poco...ha ha!

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  2. ciao veri mami ma le nostre bollicine.!!!!!

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