• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

giovedì 24 marzo 2011

KL

La capitale della Malaysia è grande con palazzoni enormi con mega centri commerciali, che puzzano un po’ e con un pessimo gusto per i vestiti, tutti sintetici, ci sono meno mussulmani che in Kota Bahru, qui ci si muove bene con i mezzi pubblici e con alcuni CS abbiamo girato per la città , 2 giorni bastano e avanzano, ma se sei in compagnia vanno bene. Facile da camminare, corte distanze e con le mie Birkkenstock , posso andare ovunque, di calzature ne ho due, i sandali Birky e le salomon walking che mi han sempre tenuto i piedi all’asciutto, se hai i piedi bagnati è fatta, la pelle diventa molle e ti si formano i taglietti, senza dei buoni piedi non vai da nessuna parte. Ecco il perchè delle mie foto con i piedi.
Perché sono lontani dalla testa.
Perché conoscono il suolo, le spine, i serpenti, l'aspro e lo sdrucciolo.
Perché sono tutto l'equilibrio.
Perché sono la superficie che spetta quando si sta in una folla e si sopporta un gomito altrui in una costola,un braccio sotto al naso, una cartella nell'addome, ma non si permette a nessuno di calpestarceli.
Perché sono il minimo e inviolabile confine.
Perché reggono l'intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato.
E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché scalzi sono belli.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puskin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere a qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio.
Perché come le capre amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.(Elogio ai piedi, Erri De Luca)

1 commento:

  1. grande sorella..abbiamo letto..ti aspettiamo sabato per il grande ritorno a urago city..un bacio da tutta la famiglia!

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