• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

giovedì 11 marzo 2010

Carnevale Oruro e Cocha

Carnevale di Oruro e di Cochabamba
Anche in Bolivia Febbraio è periodo di carnevale…qui dura tutto il mese e in ogni città è uguale, con le stesse musiche, canzoni…persino i ballerini sono gli stessi per questo dura un mese, ogni settimana sono in una zona diversa! Il più famoso è quello di Oruro e da brava turista ci sono andata, abbiamo formato un gruppo di dodici Cs e abbiamo affittato una stanza sudicia, ma con un bagno! Per il carnevale hanno un’usanza molto odiosa, per i miei gusti, lanciarsi palloncini e secchi d’acqua!Se fosse estate e se avessi avuto molti vestiti di ricambio, l’avrei forse apprezzata di più…ma faceva abbastanza freschino a 3500 Mt!
Al mattino presto, dopo una notte dove ho sognato code di topi, forse perché erano presenti nella stanza, ho lasciato tutti immersi nei loro sogni e me ne sono ritornata a La Paz, in tempo per vedere un'altra sfilata di carnevale e scappare dalle bombe d’acqua!Fortunatamente Gilbert, il ragazzo Cs che ospitava i ciclisti mi ha invitato a pranzo con la famiglia, la sorella che parlava italiano e la mamma. Il pranzo è stato a base di pollo al forno, verdura, insalata russa, frutta, vino dolce e caffè con la moka. Il pranzo è durato un paio d’ore. Soddisfatta direi. La strada del ritorno l’ho fatta a piedi, tanto per smaltire un po’. Devo dire che quando a volte mi capita di non star bene per il cibo e di non mangiare per un giorno a me può far solo che bene, poiché mangio sempre tutto e di tutto.
All’ultimo incontro di Cs dove ho salutato tutti, ho incontrato il primo indiano di Mumbai viaggiatore zaino in spalla, che stava viaggiando con un'altra Cs Francese Mariè. II francesi e gli svizzeri sono ovunque, non c’e ostello dove sono stata senza. Il viaggiatore zaino in spalla è chiamato Mochillero in castigliano o Backpackers in Inglese, e come dico sempre io, una parola in italiano non c’e, perché in Italia io viaggio con il Trolley!
Quando ancora lavoravo, avevo promesso a Daisy, una ragazza Boliviana che lavorava all’aeroporto che se passavo dalla Bolivia, sarei andata a salutare le sorelle che era da anni che non vedeva, ecco perché sono finita a Cochabamba! Cittadona carina, ma se non fosse stato per questo impegno non ci sarei passata. Qui ho contattato una Cs, Lizzie, una signora molto gentile e ospitale che vive con le figlie, oltre a me aveva altre due ospiti uruguaiane e un brasiliano di rio Lucas, e insieme abbiamo incontrato gli altri membri del gruppo Cs Cochabambino! Casualmente a Cocha c’era il Carnevale!!Stesse musiche, stessi balli, stessi bambini stronzi che lanciano palloncini d’acqua!

2 commenti:

  1. se logica linguistica non mi inganna i viaggiatori zaino in spalla italiani si dovrebbero chiamare ZAINISTI
    ciao bertasssssi

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  2. hai visto anche delle maschere tipiche li????? oppure nada????
    che magari lo propongo al museo per l'anno prossimo :-)

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