Ed eccomi a San Cristobal de la Casas, nel Chiapas, terra di combattenti e di comunità orgogliose delle proprie radici che rivendicano la loro indipendenza. Durante il periodo delle piogge nel Chiapas piove! Senza fermarsi! E cosi l’umida ma bella San Cristobal mi ha accolto. Città rilassata e rilassante festosa e perfetta per far festa. La popolazione è divisa tra i locali che si fanno i fatti propri, i locali che s’integrano con i turisti, i turisti che si credono locali e i turisti che ormai turisti non sono più. Tripudio di francesi biondo rasta che si credono zingari dei Balcani, in Italia la maggior parte delle persone che vivono in San Cristobal sarebbero chiamati fricchettoni o sballoni, qui loro si definiscono alternativi Radical Chic e ovviamente artisti di strada. Qui ho iniziato a lavorare, non un solo lavoro ma ben tre, uno in un ostello in cambio di vitto e alloggio e paga che non è male, l’altro in un bar cinema, paga, cine gratis e cena e se non bastasse mi son anche spacciata per professoressa d’italiano, corsi d’italiano a go gò, e il tutto per la grande paga di 150 euro in totale. WTF! L’ostello dove lavoro oltre che essere bello in sè è anche circondato da bella gente, gli ospiti ormai fanno parte del personale, si cena e si esce insieme. Per il mio compleanno persone appena conosciute hanno organizzato una festa fantastica ho persino ricevuto dei regali! Ho festeggiato anche il mio anno di viaggio, devo dire con mia grande sorpresa, un anno fa mai avrei pensato al viaggio qual è stato. È stata un’ottima annata, un anno pieno, un anno speciale, vediamo di fare anche del prossimo un anno speciale, qualcuno ha scritto che non bisogna per forza fare il giro del mondo, però il giro del mondo aiuta, oppure aiuta incontrare gente diversa, o semplicemente avere un altro rapporto con la vita, con chi ti sta attorno e con il luogo in qui si vive.
Good things in life aren’t things
- « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino
Parole sante!! ....pero' Vero non mi hai scritto degli " artesani "!! Eh no è, non si fa!!
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