A Sydney mi ha ospitato un vecchio amico italiano, Colin , che era da anni che non vedevo, l’ultima volta è stata ad Amsterdam. Bello mi è piaciuto ricordare i vecchi tempi e parlare un po’ il dialetto, mi ha scarrozzato
La città è bella, forse la preferisco a Melbourne, c’e più vento e l’aria non sa di neve ma di mare. Pro nel vivere in Australia: Stipendio elevato, qualità della vita ottima, la corruzione è minima, libertà di stampa, la gente si fa i fatti propri Marduck ( proprietario delle tv OZ )non è in politica; contro: Il sistema sanitario è un po’ a pagamento, hai solo 2 settimane di malattia all’ anno e essendo vicini al buco dell’ozono devi farti controllare la pelle ogni anno, rischio di tumore alla pelle elevato( sarà esattamente come l’africa o l’argentina , ma la su certe cose sorvolano) conclusione forse è meglio non avere i soldi per comprarsi la casa, avere i vicini che mettono in piazza i fatti tuoi, avere la corruzione in ogni campo ma andare dal medico gratis, prendere il sole al fiume oglio senza scottarsi e stare a casa in malattia se non ho voglia di andare al lavoro. L’italia in fondo non è male , se hai i soldi , un lavoro a tempo indeterminato due case di proprietà e come malattia hai solo il raffreddore…forse è meglio che sto qua ancora un po’ allora.
Ci vivrei però non mi danno la working visa.
Qui, come In NZ e Usa, ti danno il visto turistico se non hai precedenti penali, se ti beccano senza, non puoi rientrare per 3 anni, se ti beccano a lavorare, aspetti 10 anni , se hai rubato , non rientri più, se hai ucciso ti uccidono, non è vero , questo solo in America ( senza fonte) se arrivi con il gommone ti accolgono e se non hai un motivo valido ti rimandono a casa, non gli interessa se gli dici che non hai più casa, non c’e cibo e una guerra in corso, non è un motivo valido anche perché se non hai i soldi per restare non ti ci vogliono, se hai più di 30 anni non ti vogliono perché, se sei donna, il tuo sistema riproduttivo è lento e se sei uomo ti fa male la
E' meglio non far sempre cio' che si vuole, ma voler sempre cio' che si fa'.(tolstoj)