• « L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. » I.Calvino

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“Non mi interessa quello che fai per vivere. Voglio sapere che cosa brami – e se hai il coraggio di sognare di incontrare ciò che il tuo cuore desidera. Non mi interessa quanti anni hai. Voglio sapere se rischierai di sembrare un pazzo – per amore – per i tuoi sogni – per l’avventura di essere vivo.”

venerdì 26 febbraio 2010

La Paz






La Paz
La città non è proprio Paz come dice il nome, una valle enorme con grattacieli che mai avrei potuto immaginare in Bolivia, e mercati ad ogni angolo, dove potevi comprare di tutto.
Nel mercato più famoso, dell’Alto, si potevano comprare vestiti usati a d un bol (10 centesimi) e nulla mi toglie dalla testa che i vestiti stile anni 90 venivano dalle casse Caritas o simili europee.
Oltre all’altura 3600, a rendere faticoso il camminare erano soprattutto i sali e scendi della città, costruita in una vallata con la strada principale nel mezzo e per forza di cose, qualsiasi strada tu dovessi fare dovevi salire o scendere. La mia intenzione era di rimanere un paio di giorni ma dato che ogni giorno avevo qualcosa da fare la mia permanenza è stata di due settimane..un record fino ad ora. La città in se non è bella, è sporca, con molto smog, senza un vero è proprio centro. Ho anche cambiato tre ostelli, uno era troppo inglese e troppo caro per essere in Bolivia e nell’altro c’era troppo rumore…a me piace l’ostello dove mi lasciano dormire. Nel terzo ostello c’erano anche due couchsurfer, un francese e un basco e con loro ho passato l’ultima settimana a La Paz, andando a incontri Cs e ballando salsa. A La Paz, ho re incontrato due ragazzi statunitensi che avevo conosciuto in Costa Rica, Doug e Stephen che stanno facendo il mio stesso tragitto…ma in bici, e un mio vecchio amico di Antegnate, Luca, che non vedevo da anni. La Paz l’ho sopranominata la città degli incontri, o rivisto anche i comaschi e insieme siamo andati in un ristorante Helvetico-Boliviano, loro a mangiare La Raclette (si insomma, formaggio fuso) ed io ho mangiato il Lama…il Lama sa di Lama, carne insomma.
Parlando di cibi strani, con alcuni Cs sono andata al Mercato della Sitas, e mentre io mi mangiavo una sana frittella inzuppata di olio che fu usato la prima volta nel ’92, loro si mangiavano il Cui, ossia un topo d’india arrosto..inguardabile.

giovedì 25 febbraio 2010

Bolivia




Bolivia, Il Lago Titicaca
Lo scenario che è apparso hai miei occhi durante il tragitto tra il Perù e la Bolivia, è fin ora uno dei migliori. Il lago Titicaca è un mare a 3600 metri, contornato da cime innevate, ad anche a me, che non sono molto amante della natura, devo dire che ha colpito molto.
Viaggiando senza Guida, solitamente chiedo consiglio ai viaggiatori che incontro per strada…prendendo sempre un po’ con le pinze quello che mi dicono, mi è capitato di andare a visitare posti, suggeriti perché descritti come delle cose imperdibili…e rendendomi conto che queste persone molto probabilmente vivono in posti bruttissimi, forse essendo nata in Italia e avendo l’Europa a portata di mano, mi offre un livello abbastanza alto di bellezze naturali. Comunque, su suggerimento di alcuni viaggiatori argentini, scesa a Copacabana sono salita subito sul traghetto per Isla del Sol, zona sud. Appena attraccata, mi son resa subito conto della difficoltà, per arrivare in cima a 4000 metri c’era una scalinata Inca quindi un po’ imperfetta da fare! E devo dire che lo zaino non mi ha certo facilitato la salita! Il piccolo villaggio in cima alla vetta era composto da una decina di case che facevano sia da ostelli sia da ristoranti, gli abitanti del luogo sono coltivatori, e la sera e la mattina si potevano vedere donne con asini colmi di Quinoa, il cereale locale, e gli uomini con altre erbe caricate sulle spalle e alcuni Lama sparsi qua e la.
Dopo molto tempo son riuscita ad ascoltare il silenzio.

Con alcune argentine con le quali dividevo la stanza nell’isola, mi son fermata a Copacabana giusto in tempo per la festa del paese, della Virgen de la Candelaria,
parata carnevalesca con maschere tipiche della zona, la particolarità è che durante e soprattutto dopo, è usanza tra i partecipanti bere senza ritegno, lo spettacolo era molto esilarante, si vedevano queste donne in abiti sfarzosi danzare completamente ubriache!!
Già entrata in Bolivia ho avuto subito una buona impressione sulla gente, molto più amabile e disponibile, più legata alle tradizioni, lo si vedeva, infatti, dalla presenza di Chiolite, donne chiamate cosi’ per gli abiti tradizionali, bombetta, lunghe trecce e strati di gonne dai colori improponibili.
I Boliviani non amano bere…ma ubriacarsi fino allo stordimento, per questo motivo gli autobus nei giorni di festa erano pochissimi per mancanza di autisti, per prendere il bus per La Paz, è stata una lotta all’ultimo sedile, vendevano i posti a sedere a chi pagava di più…oppure a gomitate…ed io l’ho conquistato con la forza!

giovedì 11 febbraio 2010

Cusco






Cuzco è bellissima…un po’ troppo in altura e con molti sali e scendi ma con i giusti aiuti locali la fatica e la mancanza di ossigeno si sentono meno.
Questo è il periodo delle piogge e a Cusco era molto evidente, la città era in stato di allerta, la periferia allagata e i paesi circostanti completamente sommersi dall’acqua, case spazzate via dal fiume urubamba,
le case per la maggior parte son fatte di fango, quindi un po’ era anche prevedibile.
La strada che portava a Macchu Picchiu impraticabile perché ormai inesistente, con circa 3000 turisti bloccati nella zona archeologica.
Lo sciopero dei bus a Lima a fatto si che non mi trovassi tra i turisti, una volta tanto lo sciopero è servito.
A Cusco mi son fermata una settimana, il mio ostello non era un gran che era soprattutto freddo e quindi usufruivo dell’ostello scelto dai comaschi, caldo, accogliente e con una bella compagnia, sono stata invitata a mangiare la parmigiana fatta da un’australiana…buona, non proprio come si fa in Italia però buona, le melanzane poi le mangerei in qualsiasi modo.
Essendo il Macchi Picchiu chiuso, sono andata con i comaschi e uno svizzero a visitare delle pseudo rovine inca a Mora un paesino vicino a cusco, le rovine in se non erano un gran che, ma il paesaggio era fantastico, ho anche fotografato il Monte Veronica! Che non è da tutti !!
Avendo finito la moneta peruana ed essendo sempre un po’ al risparmio ho deciso di lasciare il Perù e dirigermi In Bolivia.

Arequipa

Arequipa
Finalmente la fine dello sciopero mi ha fatto raggiungere la bella e fresca Arequipa, una città dove è bello fermarsi, un clima ottimo.
La gente peruviana devo dire che non brilla molto di gentilezza e intelligenza dal mio punto di vista, sarà che vivono in altura, sarà che da piccoli sono portati avvolti in stoffe soffocanti legati dietro la schiena e che prendono dei colpi alla testa…la mancanza di ossigeno influisce molto…ma questo è il mio punto di vista e se proprio vogliamo andare nello specifico anche in viso non sembrano molto svegli..sopratutti i tassisti che sembra non sappiano nulla a parte la piazza centrale e l’hotel da qui ricevono provvigioni. I tassisti sono solitamente il primo impatto in una città ed io vi rivolgo sempre domande su tutto, tempo, presidente in carica….e ovviamente la città natale del tassista la faccio diventare la mia preferita…è sempre meglio farseli amici..non si sa mai..e quando scendo dal taxi ringrazio sempre (per non avermi rapinato !!).